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Lo sguardo silenzioso che cura

Lo sguardo dell’arteterapeuta è uno strumento prezioso che va oltre le parole, instaurando una connessione profonda tra mondo interiore ed esteriore. In un silenzio ricco di significato, accompagna la persona nel percorso creativo e terapeutico. Questo sguardo unico favorisce la trasformazione, offrendo sostegno e riconoscimento nella scoperta di nuove narrazioni di sé.

La relazione arteterapeutica e il ruolo dello sguardo

Nella relazione arteterapeutica è fondamentale lo sguardo dell’arteterapeuta, che è ponte tra il mondo interiore e quello esterno. È uno strumento delicato e potente che permette di costruire un dialogo autentico con se stessi e con gli altri.
È uno sguardo che offre un sostegno incondizionato e garantisce un riconoscimento di identità: comunica alla persona che è vista, ascoltata e compresa nella sua unicità.

Uno sguardo che va oltre le apparenze

Lo sguardo dell’arteterapeuta si differenzia da quello dei familiari e della società, invitando la persona a esplorare nuove prospettive e a liberarsi da schemi rigidi. Vede oltre l’apparenza e coglie le sfumature dell’anima, perché attento ai dettagli più sottili del gesto creativo e alle emozioni che lo accompagnano.

Su cosa si posa lo sguardo dell’arteterapeuta?

Osserva prima di tutto la persona muoversi nello spazio dell’atelier, scegliendo i materiali, poi segue la mano che si muove sul foglio o nella creta, riconoscendo l’importanza del gesto che esprime il desiderio di ascolto, di comprensione, di dialogo.
È uno sguardo che sa vedere anche ciò è sfocato, che sta alla periferia della visione, che sfugge al contenuto più manifesto dell’immagine.

Colori inizio

Il silenzio dello sguardo: un vuoto fertile

Il mio sguardo si muove in un silenzio che non è assenza, ma un vuoto fertile in cui si può ascoltare la voce dell’immagine che cura.
È uno sguardo materno e fiducioso, che crede che la persona che ho davanti possa davvero, in quello spazio-tempo della mia paziente attesa, accedere alla magia della trasformazione, immaginare nuove narrazioni di sé, riscrivere la propria storia.